menu

L’emigrazione

Dal Trentino si è sempre emigrato, prima stagionalmente poi in maniera sempre più definitiva verso destinazioni da cui pochi facevano ritorno. Una prima ondata migratoria si è diretta verso le Americhe. Tra il 1870 e il 1914, furono circa 80.000 i trentini che emigrarono stabilmente. Di vero e proprio esodo si può parlare nuovamente a partire dal 1946. Sono in particolare i Paesi industrializzati dell’Europa che attirano migliaia di lavoratori per le nuove esigenze dello sviluppo industriale. È a partire dagli anni settanta che il Trentino si trasforma da zona di emigrazione a zona di immigrazione. Una forte inversione di tendenza che ha portato gli immigrati regolari a raggiungere quasi la percentuale del 10% sul totale della popolazione.

Cronologia in dettaglio

1400-1850: l’emigrazione è stagionale e di mestiere, legata alla necessità di spostarsi per lavorare durante l’inverno

1875-1914: prima grande “ondata migratoria”

1906: il 9 agosto il vapore “Sirio”, partito tre giorni prima dal porto di Genova con a bordo circa 2.000 emigranti diretti negli Stati Uniti, si incaglia poco distante dalla costa spagnola inabissandosi lentamente. Secondo i giornali dell’epoca muoiono annegati circa 500 emigranti

1911: primo Congresso Generale sull’emigrazione trentina indetto dall’Ufficio per la mediazione del lavoro di Rovereto

1914-1918: le correnti migratorie, sia definitive che temporanee, si ridimensionano fortemente a causa dello scoppio della prima guerra mondiale. Riprenderanno con vigore nel primo dopoguerra

1922-1945: con l’avvento del fascismo e delle sue politiche antimigratorie e, soprattutto, con il secondo conflitto mondiale, le tradizionali correnti migratorie subiscono un altro arresto

1956: l’8 agosto, in una miniera situata a Marcinelle, nei pressi di Charleroi, in Belgio, un incidente causa la morte di 262 persone (su un totale di 274 uomini presenti nella miniera), di cui ben 136 italiani

1946-1975: secondo grande esodo migratorio che questa volta privilegia le mete europee

1951-1953: la Regione Trentino Alto Adige
stringe un accordo con il presidente cileno Vileda per l’invio di circa 120 famiglie trentine al fine di colonizzare la regione di La Serena, in Cile

anni ’70: con l’avvento del boom economico, Italia e Trentino da paesi di partenza diventano mete di arrivo delle più recenti correnti migratorie

1978: arrivano a Trento 1.200 profughi vietnamiti. La Caritas si fa carico dei primi soccorsi, dopodiché verranno trasferiti a Calambrone e successivamente partiranno per altre destinazioni europee

1985: gli immigrati regolari residenti in Trentino sono 154

2015: gli immigrati regolari residenti in Trentino sono quasi 50.000